sabato 24 dicembre 2011
mercoledì 23 novembre 2011
lunedì 14 novembre 2011
Follia
Einstein diceva che la follia è ripetere le stesse azioni e aspettarsi risultati diversi.
Amara considerazione, che ben si adatta, purtroppo, alla situazione che stiamo vivendo in questi giorni.
Cosa sarà di noi?
Amara considerazione, che ben si adatta, purtroppo, alla situazione che stiamo vivendo in questi giorni.
Cosa sarà di noi?
giovedì 10 novembre 2011
Mi gira la testa!
E sono proprio 101! Con dettagliate istruzioni, riferimenti per l'acquisto dei materiali, ecc. qui
Da perderci la testa e da riempirci decine di alberi di natale.
Anche se magari, per quest'anno, si potrebbe optare per un albero meno convenzionale, tipo questo, per intenderci.
Le più morigerate addobberanno marito o fidanzato, quelle più audaci un giovanotto scelto accuratamente per l'occorrenza, tipo visita al vivaio alla ricerca dell'abete più simmetrico, più rigoglioso, più ricco di radici ...
martedì 8 novembre 2011
giovedì 3 novembre 2011
Bottoni & Parenti
Parenti pochi, frequentazione scarsissima.
Eppure, con la zia Gemma e lo zio Emilio era tutta un'altra storia.
Erano gli zii della mamma, lei un donnone dall'aspetto tedesco, lui mingherlino, assomigliava a Fred Astaire.
Abitavano in un'altra città e la gita domenicale a casa loro era una festa.
Ottimo pranzo, passeggiata e, poi, la parte che preferivo...
Avevano un piccolo negozio di merceria, di quelli di una volta ... Merceria, ma anche profumeria, anche abbigliamento, qualche bijoux.
La casa era sopra al negozio, erano collegati da una scala molto stretta, che per me era una scala magica ...
Entrare nel negozio buio, chiuso, protetto dalla serranda abbassata. Sentire le voci dei passanti sul marciapiede e sapere che non potevano vederci.
E poi, il tesoro: la parete dei bottoni. Lo scaffale con le scatole di cartone, quelle con i bottoni attaccati fuori e gli scomparti interni.
La mia passione. Ne aprivo una alla volta, toccavo, annusavo, impilavo, contavo, riordinavo, rimettendo nello scomparto giusto i bottoni ribelli che avevano scavalcato il loro recinto.
La zia mi affidava proprio quel compito e io mi sentivo così utile, così operosa.
In cambio me ne regalava sempre qualcuno.
Che bello! Con un po' di sano cinismo infantile, speravo che quando gli zii si fossero stancati del negozio, si fossero ritirati dal commercio, tutto quel tesoro sarebbe passato nelle mie mani.
Non è stato così. La vita è spesso più dura di come si vorrebbe.
Chissà che fine hanno fatto quei bottoni.
Sono ritornata da quelle parti dopo tantissimi anni. Ho riconosciuto la casa e il negozio. Ora c'è un'agenzia immobiliare.
Quei tempi non torneranno più, ma la passione per i bottoni mi è rimasta.
Eppure, con la zia Gemma e lo zio Emilio era tutta un'altra storia.
Erano gli zii della mamma, lei un donnone dall'aspetto tedesco, lui mingherlino, assomigliava a Fred Astaire.
Abitavano in un'altra città e la gita domenicale a casa loro era una festa.
Ottimo pranzo, passeggiata e, poi, la parte che preferivo...
Avevano un piccolo negozio di merceria, di quelli di una volta ... Merceria, ma anche profumeria, anche abbigliamento, qualche bijoux.
La casa era sopra al negozio, erano collegati da una scala molto stretta, che per me era una scala magica ...
Entrare nel negozio buio, chiuso, protetto dalla serranda abbassata. Sentire le voci dei passanti sul marciapiede e sapere che non potevano vederci.
E poi, il tesoro: la parete dei bottoni. Lo scaffale con le scatole di cartone, quelle con i bottoni attaccati fuori e gli scomparti interni.
La mia passione. Ne aprivo una alla volta, toccavo, annusavo, impilavo, contavo, riordinavo, rimettendo nello scomparto giusto i bottoni ribelli che avevano scavalcato il loro recinto.
La zia mi affidava proprio quel compito e io mi sentivo così utile, così operosa.
In cambio me ne regalava sempre qualcuno.
Che bello! Con un po' di sano cinismo infantile, speravo che quando gli zii si fossero stancati del negozio, si fossero ritirati dal commercio, tutto quel tesoro sarebbe passato nelle mie mani.
Non è stato così. La vita è spesso più dura di come si vorrebbe.
Chissà che fine hanno fatto quei bottoni.
Sono ritornata da quelle parti dopo tantissimi anni. Ho riconosciuto la casa e il negozio. Ora c'è un'agenzia immobiliare.
Quei tempi non torneranno più, ma la passione per i bottoni mi è rimasta.
venerdì 28 ottobre 2011
Che paura!
Però una bella zip, alle volte, potrebbe essere utile.
Dovrebbe comprendere anche la scatola cranica. Da aprire per far prendere aria al cervello o per verificare la presenza di un cervello, per far uscire i tristi pensieri, per aprire la mente alle ragioni degli altri ...
Anche in corrispondenza del cuore potrebbe servire. Per aprire anche il cuore alle ragioni degli altri, per avere il cuore in mano, per liberare il cuore dalle ragnatele dell'indifferenza e dell'egoismo ...
Troppe zip, ci vorrebbero.
lunedì 24 ottobre 2011
Piccolo è bello
Deliziosi e romantici piccoli gioielli realizzati con gancetti e bottoni automatici vintage.
Molto carini.
qui
Molto carini.
qui
sabato 22 ottobre 2011
Errori
Ho commesso un grosso errore.
L'ho capito dopo tanti anni, ma devo riconoscerlo.
E accettarne le conseguenze.
Il punto è questo: NON ho foto di quando ero incinta.
Sembra una cosa di poco conto, ma non lo è.
Andiamo con ordine.
Quando ero più giovane ero molto magra. Nelle foto venivo malissimo. Non che adesso sia una meraviglia, ma stranamente i chili in più mi hanno dato un viso meno spigoloso, che in foto, nonostante le rughe, risulta più accettabile.
Evitavo, quindi, accuratamente le foto, dato che il rivedermi immortalata mi deprimeva profondamente...
Devo aver tediato profondamente marito ed amici dato che foto mie, dai 25 ai 38 anni, praticamente non ne esistono.
Poi ho avuto le figlie ed ho incominciato a pensare che sarebbe stato brutto, per loro, non avere neppure una foto con la loro mamma.
Immaginavo i possibili scenari: io morta da un pezzo e loro che si trovavano a dover giustificare con i loro figli di non avere neppure una foto della nonna (che sarei poi io). Mi rapivano e loro non potevano farmi cercare stante l'impossibilità di fornire ai giornalisti una mia immagine, se non quella della prima comunione. Pubblicavo, ormai ottantenne, un romanzo e non c'erano foto da pubblicare sul risvolto di copertina (vabbè che il mistero incrementa le vendite - vedi Salinger - ma meglio non rischiare).
Allora, per tutti questi motivi, ho incominciato a farmi forza e a non nascondermi davanti alla macchina fotografica.
Grazie ai chili acquistati e al fatto che, con una MAMMA, si è più comprensivi in fatto di estetica, i risultati potevano ritenersi decenti... Le mie figlie avrebbero avuto una foto della nonna, il telegiornale una faccia da sbattere in video, l'editore quella da inserire nel libro ...
Tutti contenti? Tutto risolto?
Credevo di sì e, invece, qualche giorno fa, la mazzata.
Mia figlia minore mi chiede "come faccio ad essere sicura di non essere stata adottata se non c'è nessuna foto di te con la pancia?" .... "Me lo diresti se fossi stata adottata?". E così via, in un crescendo di assurdità e paradossi degno del teatro di Samuel Beckett. E sua sorella: "Tutte le mamme hanno foto con la pancia, cosa ci nascondi?"
Oddio, non sapevo che dire, come giustificarmi.
Mi sono trovata all'improvviso nell'assurda condizione di dover fornire delle prove sulla circostanza solitamente più scontata della vita: sono la mamma, vi ho portato in pancia nove mesi, tu mi hai fatto vomitare per tre, con te sono stata ricoverata in ospedale per quindici giorni, quando vi ho visto appena nate ho pianto tanto...
Niente, in mancanza di prova fotografica, tutto ciò poteva non essere vero.
Ho invocato la fiducia, l'assurdità di una tale presa di posizione, la voce del cuore, i dogmi, chiamato il padre a testimone, esibito le ecografie ...
Loro mi guardavano e, da giovani che vivono nell'era dell'immagine e dell'apparenza, hanno concluso sorridendo che, in mancanza di prove certe, tutto potrebbe essere...
E' assurdo, ma è certo che se mi fossi fatta fotografare, ora non avrei questo problema.
Vai a prevedere il futuro!!
L'ho capito dopo tanti anni, ma devo riconoscerlo.
E accettarne le conseguenze.
Il punto è questo: NON ho foto di quando ero incinta.
Sembra una cosa di poco conto, ma non lo è.
Andiamo con ordine.
Quando ero più giovane ero molto magra. Nelle foto venivo malissimo. Non che adesso sia una meraviglia, ma stranamente i chili in più mi hanno dato un viso meno spigoloso, che in foto, nonostante le rughe, risulta più accettabile.
Evitavo, quindi, accuratamente le foto, dato che il rivedermi immortalata mi deprimeva profondamente...
Devo aver tediato profondamente marito ed amici dato che foto mie, dai 25 ai 38 anni, praticamente non ne esistono.
Poi ho avuto le figlie ed ho incominciato a pensare che sarebbe stato brutto, per loro, non avere neppure una foto con la loro mamma.
Immaginavo i possibili scenari: io morta da un pezzo e loro che si trovavano a dover giustificare con i loro figli di non avere neppure una foto della nonna (che sarei poi io). Mi rapivano e loro non potevano farmi cercare stante l'impossibilità di fornire ai giornalisti una mia immagine, se non quella della prima comunione. Pubblicavo, ormai ottantenne, un romanzo e non c'erano foto da pubblicare sul risvolto di copertina (vabbè che il mistero incrementa le vendite - vedi Salinger - ma meglio non rischiare).
Allora, per tutti questi motivi, ho incominciato a farmi forza e a non nascondermi davanti alla macchina fotografica.
Grazie ai chili acquistati e al fatto che, con una MAMMA, si è più comprensivi in fatto di estetica, i risultati potevano ritenersi decenti... Le mie figlie avrebbero avuto una foto della nonna, il telegiornale una faccia da sbattere in video, l'editore quella da inserire nel libro ...
Tutti contenti? Tutto risolto?
Credevo di sì e, invece, qualche giorno fa, la mazzata.
Mia figlia minore mi chiede "come faccio ad essere sicura di non essere stata adottata se non c'è nessuna foto di te con la pancia?" .... "Me lo diresti se fossi stata adottata?". E così via, in un crescendo di assurdità e paradossi degno del teatro di Samuel Beckett. E sua sorella: "Tutte le mamme hanno foto con la pancia, cosa ci nascondi?"
Oddio, non sapevo che dire, come giustificarmi.
Mi sono trovata all'improvviso nell'assurda condizione di dover fornire delle prove sulla circostanza solitamente più scontata della vita: sono la mamma, vi ho portato in pancia nove mesi, tu mi hai fatto vomitare per tre, con te sono stata ricoverata in ospedale per quindici giorni, quando vi ho visto appena nate ho pianto tanto...
Niente, in mancanza di prova fotografica, tutto ciò poteva non essere vero.
Ho invocato la fiducia, l'assurdità di una tale presa di posizione, la voce del cuore, i dogmi, chiamato il padre a testimone, esibito le ecografie ...
Loro mi guardavano e, da giovani che vivono nell'era dell'immagine e dell'apparenza, hanno concluso sorridendo che, in mancanza di prove certe, tutto potrebbe essere...
E' assurdo, ma è certo che se mi fossi fatta fotografare, ora non avrei questo problema.
Vai a prevedere il futuro!!
martedì 18 ottobre 2011
Ghirlande
Le ghirlande sono la mia passione.
Diciamo una delle mie tantissime passioni...
E' colpa mia se mi appassiono? Se mi piacciono così tante cose?
Sarò forse un po' dispersiva, un po' superficiale, ma molto meglio tante passioni piuttosto che nessuna passione...
No?
Detto per inciso, anche la carta è una delle mie grandi passioni ... Quindi queste ghirlande di carta, sono proprio il massimo...
(considerato, poi, che anche i nastri, che anche i fiori, che anche le porte, la colla a caldo ....)
qui
qui
qui
qui
Diciamo una delle mie tantissime passioni...
E' colpa mia se mi appassiono? Se mi piacciono così tante cose?
Sarò forse un po' dispersiva, un po' superficiale, ma molto meglio tante passioni piuttosto che nessuna passione...
No?
Detto per inciso, anche la carta è una delle mie grandi passioni ... Quindi queste ghirlande di carta, sono proprio il massimo...
(considerato, poi, che anche i nastri, che anche i fiori, che anche le porte, la colla a caldo ....)
qui
qui
qui
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venerdì 14 ottobre 2011
martedì 11 ottobre 2011
Ma perchè anche l'umiliazione?
Vedo in vetrina un vestito molto carino.
Temo che non sia proprio la linea adattissima a me, lo so che poi ci resto male, ma decido di entrare.
La commessa sembra una studentessa, carina, normale.
Sembra innocua: penso che non mi potrà fare tanto male.
Entro e chiedo il vestito.
Cerca di farmi provare una taglia piccolissima: anche un bambino capirebbe, così ad occhio, che non ci entrerò mai.
Non cado nel tranello, non sono mica nata ieri.
Insisto per la taglia superiore.
Camerino microscopico, tenda che chiude male e lei, quella che sembrava una commessa persino umana, in agguato fuori, che mi aspetta.
Indosso l'abito, devo uscire perchè nel camerino microscopico questi disgraziati lo specchio non lo mettono...
Esco, avevo la sensazione che il vestito mi stia malissimo, ma quello che vedo riflesso nello specchio supera ogni mia più pessimistica previsione.
Un disastro: tira dappertutto, segna ogni minimo rotolino, è troppo scollato, ha una linea che penalizzerebbe anche una modella filiforme, il colore mi sbatte. Per di più fuori piove e indosso gli stivali da pioggia.
Vorrei ritirarmi nel camerino di corsa, dimenticare quello che ho visto, tornare indietro nel tempo, maledico il momento in cui ho deciso di entrare..
Ma non posso: lei, l'apparentemente innocua commessa, non mi molla ...
Dice che il vestito mi sta bene, che il colore mi dona, che ci sarebbero al massimo da accorciare un po' le maniche. Le maniche? Sono talmente umiliata che le maniche neppure le vedo ... "Aspetti prendo due spilli e le faccio vedere".
Farfuglio che pensavo che il modello fosse diverso, che forse non è molto adatto a me... Lei insiste: "Non è vero, le sta benissimo ... con gli stivali, poi. Questa linea le dona molto!" "Fossi in lei, però, proverei anche la taglia più piccola. Questa ditta ha taglie molto comode! Vuole abbinare una cintura?"
Mi manca l'aria, non so che dire.
Non solo il vestito mi sta da schifo e sono una culona sovrappeso che cerca di fare la giovane sfidando il ridicolo- e già questo basterebbe - ma questa ragazza mi sta anche umiliando.
Sono sopraffatta. Purchè tutto finisca in fretta, borbotto che lo prendo.
Pago e finalmente esco.
Appena sono fuori, ritorno in me e penso che non succederà mai più. La prossima volta che trovo una commessa del genere le dico "ma brutta stronzetta, non lo vedi che faccio schifo, abbi rispetto per una che potrebbe essere tua madre, ma come ti permetti di dire che mi sta bene? Lo so che vuoi solo umiliarmi. Adesso chiamo i carabinieri e vediamo se lo perdi questo brutto vizio. Tu e tutte le tue colleghe!".
Gliela faccio vedere io, la prossima volta ...
P.S: questo vestito non lo metterò mai, neppure lo tolgo dal sacchetto ...devo solo trovare qualcuno a cui regalarlo.
Temo che non sia proprio la linea adattissima a me, lo so che poi ci resto male, ma decido di entrare.
La commessa sembra una studentessa, carina, normale.
Sembra innocua: penso che non mi potrà fare tanto male.
Entro e chiedo il vestito.
Cerca di farmi provare una taglia piccolissima: anche un bambino capirebbe, così ad occhio, che non ci entrerò mai.
Non cado nel tranello, non sono mica nata ieri.
Insisto per la taglia superiore.
Camerino microscopico, tenda che chiude male e lei, quella che sembrava una commessa persino umana, in agguato fuori, che mi aspetta.
Indosso l'abito, devo uscire perchè nel camerino microscopico questi disgraziati lo specchio non lo mettono...
Esco, avevo la sensazione che il vestito mi stia malissimo, ma quello che vedo riflesso nello specchio supera ogni mia più pessimistica previsione.
Un disastro: tira dappertutto, segna ogni minimo rotolino, è troppo scollato, ha una linea che penalizzerebbe anche una modella filiforme, il colore mi sbatte. Per di più fuori piove e indosso gli stivali da pioggia.
Vorrei ritirarmi nel camerino di corsa, dimenticare quello che ho visto, tornare indietro nel tempo, maledico il momento in cui ho deciso di entrare..
Ma non posso: lei, l'apparentemente innocua commessa, non mi molla ...
Dice che il vestito mi sta bene, che il colore mi dona, che ci sarebbero al massimo da accorciare un po' le maniche. Le maniche? Sono talmente umiliata che le maniche neppure le vedo ... "Aspetti prendo due spilli e le faccio vedere".
Farfuglio che pensavo che il modello fosse diverso, che forse non è molto adatto a me... Lei insiste: "Non è vero, le sta benissimo ... con gli stivali, poi. Questa linea le dona molto!" "Fossi in lei, però, proverei anche la taglia più piccola. Questa ditta ha taglie molto comode! Vuole abbinare una cintura?"
Mi manca l'aria, non so che dire.
Non solo il vestito mi sta da schifo e sono una culona sovrappeso che cerca di fare la giovane sfidando il ridicolo- e già questo basterebbe - ma questa ragazza mi sta anche umiliando.
Sono sopraffatta. Purchè tutto finisca in fretta, borbotto che lo prendo.
Pago e finalmente esco.
Appena sono fuori, ritorno in me e penso che non succederà mai più. La prossima volta che trovo una commessa del genere le dico "ma brutta stronzetta, non lo vedi che faccio schifo, abbi rispetto per una che potrebbe essere tua madre, ma come ti permetti di dire che mi sta bene? Lo so che vuoi solo umiliarmi. Adesso chiamo i carabinieri e vediamo se lo perdi questo brutto vizio. Tu e tutte le tue colleghe!".
Gliela faccio vedere io, la prossima volta ...
P.S: questo vestito non lo metterò mai, neppure lo tolgo dal sacchetto ...devo solo trovare qualcuno a cui regalarlo.
giovedì 6 ottobre 2011
Pomelli che passione
Mi devo essere persa qualche cosa.
Vanno di moda i pomelli e non lo sapevo.
Mi sembrava uno squallido rimedio per modernizzare, rinnovare un po' il vecchio mobiletto del bagno. Per cercare di far digerire alle figlie il trasloco in camera loro della triste cassettiera dell'ingresso ...
E invece scopro che quello che mi sembrava un ripiego, è una tendenza molto cool...
Anthropologie ne vende tantissimi, di tutti i tipi e materiali qui
A Copenaghen occupavano intere pareti dei bellissimi negozi di accessori per la casa che ho visto ed ammirato ...
Ode al pomello, quindi.
Non sia mai che io non sia alla moda.
Vanno di moda i pomelli e non lo sapevo.
Mi sembrava uno squallido rimedio per modernizzare, rinnovare un po' il vecchio mobiletto del bagno. Per cercare di far digerire alle figlie il trasloco in camera loro della triste cassettiera dell'ingresso ...
E invece scopro che quello che mi sembrava un ripiego, è una tendenza molto cool...
Anthropologie ne vende tantissimi, di tutti i tipi e materiali qui
A Copenaghen occupavano intere pareti dei bellissimi negozi di accessori per la casa che ho visto ed ammirato ...
Ode al pomello, quindi.
Non sia mai che io non sia alla moda.
lunedì 3 ottobre 2011
Non sono pronta!
martedì 27 settembre 2011
Gelato da passeggio
Da portare addirittura su un dito!
Più chic di così!
E il cucchiaino? Mah!?
Forse un po' troppo di tendenza.
Meglio un bel cono croccante.
Sicuramente meno chic, però...
qui
domenica 25 settembre 2011
sabato 24 settembre 2011
Regali utili
Idea regalo per l'amica, la sorella, la figlia, che ritiene di avere la gambe troppo grosse.
Più snelle di così!
qui
Più snelle di così!
qui
giovedì 22 settembre 2011
Tirapugni
Questi anelli doppi o tripli mi ricordano sempre un tirapugni (saranno reminiscenze di quando ero l'anima della mia gang!).
Questo mi piace molto.
Delicato, femminile, apparentemente inoffensivo ...
Cosa c'è di più tranquillizzante, rassicurante, di un bucato a bassa temperatura? Programma delicati?
E invece, modificando opportunamente peso e materiali e aggiungendo magari i simboli "non candeggiare", "no asciugatura a tamburo" o altri a scelta (*) potrebbe diventare un potente tirapugni.
Per lasciare un simpatico stampo sulla faccia del marito/fidanzato che si lamenta della camicia non ancora lavata.
Queste sì che sarebbero soddisfazioni!
qui
(anche il bracciale ad ago potrebbe, però, dare qualche idea ...)
(*)
martedì 20 settembre 2011
Basta poco
A volte basta veramente poco.
Una piccola idea, di quelle "ma perchè non ci sono arrivata io?" e l'oggetto più semplice, opportunamente reinterpretato, prende nuova vita.
Mi piaccono questi braccialetti.
Molto carini.
O questi anelli che sono orecchini.
Il solitario raddoppia. Per le incontentabili.
qui
Una piccola idea, di quelle "ma perchè non ci sono arrivata io?" e l'oggetto più semplice, opportunamente reinterpretato, prende nuova vita.
Mi piaccono questi braccialetti.
Molto carini.
O questi anelli che sono orecchini.
Il solitario raddoppia. Per le incontentabili.
qui
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sabato 17 settembre 2011
Ode alle piccole cose
Qualche giorno fa ho quasi inseguito (e non sta bene per una signora di una certa età!) lo svogliato fattorino che, con incomprensibile criterio, lasciava lungo una via vicina a casa mia - una porta sì e tre, quattro e persino cinque no - una piccola pila di cataloghi ikea.
Quelli nuovi, per il 2012.
Ho fatto bene a fare mia in questo modo una copia, dato che nella mia via il fattorino non è mai passato.
Io sono notoriamente un tipo di poche pretese, che si accontenta di poco, che pensa che la felicità vera sia nelle piccole cose... Ecco, l'arrivo del nuovo catalogo Ikea è, per me, un piccolo momento di felicità.
Gli articoli sono un po' sempre gli stessi, li conosco a memoria (anche se non per nome, data l'abbondanza di consonanti e lettere strane!), ma c'è sempre qualcosa di nuovo. Spesso gli articoli nuovi sono articoli vecchi perfezionati, ai quali i mitici designers dai nomi impronunciabili, ma dalle facce sempre sorridenti e soddisfatte, hanno eliminato quei piccoli difetti che da utilizzatrice avevo notato. Una rotella qui, un gancio supplementare là, uno spessore ulteriormente ridotto ...
Piccole cose, ma utili, carine, funzionali.
Ho parlato ancora della mia passione per ikea.
Qui la riconfermo.
Io mi accontento di poco.
P.S.: menzione speciale, a pagina 247, per la torcia manuale Ljusa a € 3,99
Quelli nuovi, per il 2012.
Ho fatto bene a fare mia in questo modo una copia, dato che nella mia via il fattorino non è mai passato.
Io sono notoriamente un tipo di poche pretese, che si accontenta di poco, che pensa che la felicità vera sia nelle piccole cose... Ecco, l'arrivo del nuovo catalogo Ikea è, per me, un piccolo momento di felicità.
Gli articoli sono un po' sempre gli stessi, li conosco a memoria (anche se non per nome, data l'abbondanza di consonanti e lettere strane!), ma c'è sempre qualcosa di nuovo. Spesso gli articoli nuovi sono articoli vecchi perfezionati, ai quali i mitici designers dai nomi impronunciabili, ma dalle facce sempre sorridenti e soddisfatte, hanno eliminato quei piccoli difetti che da utilizzatrice avevo notato. Una rotella qui, un gancio supplementare là, uno spessore ulteriormente ridotto ...
Piccole cose, ma utili, carine, funzionali.
Ho parlato ancora della mia passione per ikea.
Qui la riconfermo.
Io mi accontento di poco.
P.S.: menzione speciale, a pagina 247, per la torcia manuale Ljusa a € 3,99
mercoledì 14 settembre 2011
Poche parole
Un romanzo in sei parole.
Bella iniziativa del Corriere della Sera. qui
Virtù rara, la capacità di sintesi.
Virtù poco frequentata, ma della quale ci sarebbe tanto bisogno.
Ogni giorno di più.
Bella iniziativa del Corriere della Sera. qui
Virtù rara, la capacità di sintesi.
Virtù poco frequentata, ma della quale ci sarebbe tanto bisogno.
Ogni giorno di più.
lunedì 12 settembre 2011
Primo giorno di scuola
Che nostalgia di quelle manine agitate strette nella mia.
Delle cartelle nuove e dei quaderni scelti con così tanta cura.
Una figlia va all'università, l'altra al liceo.
Mi sa che oggi vado a riguardarmi le foto delle elementari.
Di nascosto, naturalmente. Senza farmi vedere.
Delle cartelle nuove e dei quaderni scelti con così tanta cura.
Una figlia va all'università, l'altra al liceo.
Mi sa che oggi vado a riguardarmi le foto delle elementari.
Di nascosto, naturalmente. Senza farmi vedere.
venerdì 9 settembre 2011
Chi è quella vecchia riflessa nella vetrina?
Penso che non capiti solo a me di non riconoscersi nella signora di una certa età, con una figura un po' appesantita intravista per errore in una vetrina...
Io mi sento e mi ricordo ancora com'ero a vent'anni: giovane, magrissima, capelli corti e sigaretta in mano.
La vita mi ha dato tanto, non ho rimpianti, sono soddisfatta .. semplicemente non mi riconosco in quella signora che lo specchio e le vetrine si ostinano a mostrarmi. Cosa c'è di male?
Perchè dico questo? Perchè in questi giorni mia figlia si è iscritta all'università. La mia stessa facoltà (e giuro che l'idea di parlare con lei di diritto alla sera dopo cena o mentre preparo la pastasciutta, dopo 10 ore di lavoro in studio già mi annienta!).
Inevitabilmente la mente è andata ai miei 19 anni: quanto entusiasmo, quanta voglia di vivere, di fare, di imparare, di mettermi alla prova, quanto coraggio nell'affrontare le difficoltà, le cose nuove...
In mia figlia, che pure è una ragazza allegra, solare vedo molto poco di tutto questo.
C'è da dire che il futuro non è certo roseo per i ragazzi di oggi, c'è da dire che l'accesso a numero chiuso alle facoltà è deprimente e stressante, c'è da dire che sicuramente anche per colpa mia - dice mio marito - lei conduce una vita più facile e privilegiata di quella che ho vissuto io ...
Sicuramente le ragioni sono tante, ma mi dispiace non vedere nei suoi occhi, non sentire nella sua voce, l'entusiasmo che avevo io ..
L'entusiasmo che, tutto sommato, ancora ho, nonostante gli anni, le rughe, le difficoltà.
Forse è per quello che non riconosco quella signora nella vetrina ... ma è sicuramente quello che spesso mi fa ancora sentire una matricola di diciannove anni.
Io mi sento e mi ricordo ancora com'ero a vent'anni: giovane, magrissima, capelli corti e sigaretta in mano.
La vita mi ha dato tanto, non ho rimpianti, sono soddisfatta .. semplicemente non mi riconosco in quella signora che lo specchio e le vetrine si ostinano a mostrarmi. Cosa c'è di male?
Perchè dico questo? Perchè in questi giorni mia figlia si è iscritta all'università. La mia stessa facoltà (e giuro che l'idea di parlare con lei di diritto alla sera dopo cena o mentre preparo la pastasciutta, dopo 10 ore di lavoro in studio già mi annienta!).
Inevitabilmente la mente è andata ai miei 19 anni: quanto entusiasmo, quanta voglia di vivere, di fare, di imparare, di mettermi alla prova, quanto coraggio nell'affrontare le difficoltà, le cose nuove...
In mia figlia, che pure è una ragazza allegra, solare vedo molto poco di tutto questo.
C'è da dire che il futuro non è certo roseo per i ragazzi di oggi, c'è da dire che l'accesso a numero chiuso alle facoltà è deprimente e stressante, c'è da dire che sicuramente anche per colpa mia - dice mio marito - lei conduce una vita più facile e privilegiata di quella che ho vissuto io ...
Sicuramente le ragioni sono tante, ma mi dispiace non vedere nei suoi occhi, non sentire nella sua voce, l'entusiasmo che avevo io ..
L'entusiasmo che, tutto sommato, ancora ho, nonostante gli anni, le rughe, le difficoltà.
Forse è per quello che non riconosco quella signora nella vetrina ... ma è sicuramente quello che spesso mi fa ancora sentire una matricola di diciannove anni.
mercoledì 7 settembre 2011
L'età che avanza
Da un po' di tempo, in certi giorni magari più umidi di altri o così caldi da richiedere un uso smodato di aria condizionata, mi viene un dolore alla spalla così fastidioso, che rende faticosi anche i movimenti più banali.
Tipo, avevo notato, versare l'acqua nel bicchiere o il thè nella tazza.
Questo indispensabile oggetto risolve almeno il problema delle bevande calde.
E non è poco, a mio parere!
qui
dove ho trovato altre idee molto curiose, particolari e (forse) utili per risolvere problemi come il mio.
Tipo, avevo notato, versare l'acqua nel bicchiere o il thè nella tazza.
Questo indispensabile oggetto risolve almeno il problema delle bevande calde.
E non è poco, a mio parere!
qui
dove ho trovato altre idee molto curiose, particolari e (forse) utili per risolvere problemi come il mio.
lunedì 5 settembre 2011
venerdì 2 settembre 2011
mercoledì 31 agosto 2011
Per la massaia perfetta
martedì 23 agosto 2011
Sguardi inquietanti
Nonostante l'apparente cupezza (che il titolo non aiuta, invero, a mitigare), questo quadro mi ha stregato.
Visto a Copenhagen, allo Statens Museum for Kunst.
Bellissimo.
Ejnar Nielsen "E nei suoi occhi ho visto la morte" - 1897
Visto a Copenhagen, allo Statens Museum for Kunst.
Bellissimo.
Ejnar Nielsen "E nei suoi occhi ho visto la morte" - 1897
sabato 30 luglio 2011
Nostalgia?
Ho fatto l'esperimento con le mie figlie e, in effetti, non hanno capito quale fosse la connessione tra questi due oggetti ..
Io, invece, ricordo una cassetta di Dalla, riavvolta mille volte ...
Come sono antica.
Io, invece, ricordo una cassetta di Dalla, riavvolta mille volte ...
Come sono antica.
martedì 26 luglio 2011
lunedì 4 luglio 2011
lunedì 27 giugno 2011
lunedì 6 giugno 2011
mercoledì 1 giugno 2011
domenica 29 maggio 2011
Una mela al giorno ...
Buone da mangiare, le mie preferite.
Così croccanti ed acidule.
Ma anche bellissime da vedere.
Un colore bellissimo.
Sul tavolo della cucina ne tengo sempre una ciotola piena (e guai a chi le mangia e rovina la composizione!)
qui
qui
qui
Così croccanti ed acidule.
Ma anche bellissime da vedere.
Un colore bellissimo.
Sul tavolo della cucina ne tengo sempre una ciotola piena (e guai a chi le mangia e rovina la composizione!)
qui
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mercoledì 25 maggio 2011
Sono pronta per fare la nonna?
Oddio, che nostalgia di piedini ciccioni.
Finalmente liberati dai calzini, pronti per correre scalzi ... o con improbabili sandaletti.
Tutti da mangiare di baci ...
Ma io sono troppo giovane per fare la nonna, sia ben chiaro a tutti!
etsy
Finalmente liberati dai calzini, pronti per correre scalzi ... o con improbabili sandaletti.
Tutti da mangiare di baci ...
Ma io sono troppo giovane per fare la nonna, sia ben chiaro a tutti!
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