martedì 30 novembre 2010

Sempre in difesa degli abeti

Altra idea creativa in tema di "bianco Natale" e di salvaguardia degli abeti.



da vedere qui, in una apoteosi di bianco.


oppure questo, da realizzare in raffinato raso color oro o con il feltro verde, magari in due tonalità diverse, per dare più movimento alla composizione.




Bellissimo, qui, anche con le indicazioni per realizzarlo

domenica 28 novembre 2010

Sguardi inquietanti



Foto bellissime, soprattutto di cani.
Ma anche di altri animali, compresi certi un po' inquietanti.
E non parlo di quelli con le ali, ma di un certo sguardo... Vediamo se indovinate quale e poi mi dite chi vi ricorda.


by Tim Flach

mercoledì 24 novembre 2010

Lunga vita agli abeti

Sono sempre stata contraria all'albero di Natale vero.
Quand'ero piccola, indottrinata non so da quale anticipatore di tendenze (allora si usavano tranquillamente pellicce frutto del massacro di almeno cento piccoli visoncini o fochine e la natura si vedeva ancora come qualcosa da sfruttare invece che da salvaguardare) mi immaginavo i piccoli abeti addobbati con le palline colorate come figliolini dei grandi abeti visti in montagna e soffrivo per loro, separati dai loro cari e dal loro mondo, che morivano di tristezza ogni giorno perdendo a poco a poco tutti gli aghi (sarò anche stata una ecologista ante litteram, ma certo che facevo di tutto per rovinarmi la vita, fin da bambina ...).
Comunque, in casa mia non sono mai entrati abeti veri e nasce da questo la mia passione per gli alberi di Natale alternativi.
Questo mi piace, essenziale e di ispirazione colta, che non guasta.



Un solo problema, a volerlo riprodurre.
Le librerie a casa mia sono strapiene, traboccanti. Quindi dovrei, nell'ordine, acquistare una nuova libreria dalle dimensioni adatte, sacrificare un centinaio di libri per creare l'effetto semivuoto che serve per la composizione, scegliere accuratamente dimensioni e colore dei volumi, posizionarli ad arte, con quella finta noncuranza che è in realtà il frutto di studi attentissimi ...
Vabbé, molto bello, colto, originale, essenziale, ma quasi quasi penso ad una alternativa meno ... alternativa.

visto qui

lunedì 22 novembre 2010

L'arte dei pacchi

Ovvero tante piccole idee per impacchettare.
PACKAGING, per quelli che parlano bene. E anche tanti riferimenti a siti che vendono i materiali necessari (quelli giapponesi mi fanno impazzire!).
Da vedere QUI

Pacchettini così carini, confezionati con tanta cura, che si può anche fare a meno di metterci dentro il regalo.
Sarà questo il nuovo trend del mio Natale.
Solo contenitori e nessun contenuto.
Forma che prevale sulla sostanza.
Il particolare che supera l'insieme
Cura dell'involucro come metafora dell'impoverimento dei valori.
Non siamo forse tutti paguri alla ricerca della nostra conchiglia?


Beh, diciamo che ho poca voglia di pensare ai regali di Natale ...
Forse è meglio!

Per le amiche che amano usare i metalli segnalo questo raffinatissimo porta rotolo di spago.
Come non immaginarlo protagonista dei nostri angolini creativi, così ordinati, chic, minimalisti ...



sabato 20 novembre 2010

Ho trovato un negozio

Bellissimo, stupendo, pieno di colori, di materiali.
Un vero regno incantato.
Un sogno.



Ha solo un piccolo difetto: è un po' fuori mano, non proprio comodissimo da raggiungere..
Si trova qui
Ma per avere quel gomitolo in quella particolare nuance di rosa antico che ho intravisto nell'ultimo scaffale a sinistra, si dovrà pur fare qualche sacrificio ...
O no?

giovedì 18 novembre 2010

Computer & computer

Lavoro tutto il giorno al computer.
Leggo e scrivo cose noiose, che raramente si potrebbero definire appassionanti.
E’ lavoro, mi dà da mangiare, qualche soddisfazione, qualche incazzatura, ma non lascia scampo, si deve fare.
Per il lavoro, c’è il computer dello studio.
Per casa, c’è il computer di casa.
Essendo maritata con un uomo che, per una forma patologica contratta ormai molti anni fa, cambia computer con la frequenza con la quale altri cambiano i calzini, mentre per il computer di studio possiedo sempre l’ultimo modello super accessoriato (che poi io sappia utilizzarlo per un quinto delle sue potenzialità, non importa, è particolare insignificante!), quello di casa è ... un avanzo. Ossia l'ultimo rimasto nel giro frenetico di computers acquistati per rincorrere sempre l’ultimo modello e ridistribuiti in famiglia.
L'ultimissimo modello è di mio marito, il suo vecchio passa alla primogenita, che trasferisce il suo alla sorella...
Quello che avanza ... diventa mio!
Non c'è verso di far capire a mio marito che io mi trovavo benissimo con il vecchio, che c'erano raccolti tutti i miei dati, le mie ricette, gli indirizzi, i siti ...
Mio marito mi guarda con compatimento, come si guarda chi non capisce nulla e pronuncia la fatidica frase, quella che detesto: "Non preoccuparti, ti faccio io il trasferimento di tutti i dati".
Le prime volte, fiduciosa, ci ho creduto. Ora so, invece, che, se anche (e sottolineo anche) me lo fa, devo insistere, implorare per almeno un mese.
E quando provvede, il trasferimento è sempre del tutto parziale, sommario.
Dice di non avere tempo, si lamenta della mia ignoranza (ma a casa si usa Apple e in studio - oltre ad avere un tecnico che arriva appena lo chiamo - windows) e, lamentandosi come se gli chiedessi di scalare una montagna, in realtà fa finta di trasferire i miei dati.
Ritrovo solo la metà delle mie cose, ma in compenso, nella posta trovo tutti gli indirizzi dei precedenti utilizzatori, le foto degli amici di mia figlia e qualcosa di mio qua e là ...
Un disastro. Dicono che il trasloco di casa sia un trauma secondo solo alla perdita di una persona cara. Non è vero: l'anno scorso ho cambiato casa ed è stato quasi divertente, il vero trauma per me è cambiare computer.
Ora il mio pc è veramente agli sgoccioli, la ventola fa un rumore da bimotore, la pila ha una autonomia di meno di un'ora, ma dentro ci sono tutte le mie cose e mi trovo benissimo...
Ma ieri ho sentito mio marito parlare con un amico di un nuovo computer.
Mi sa che ci risiamo ...

martedì 16 novembre 2010

Parole

Presta a tutti il tuo orecchio, a pochi la tua voce.
(William Shakespeare)

E, invece, così poche persone sanno ascoltare!

lunedì 15 novembre 2010

Cuori & cuori




In vendita qui
Molto gradevole anche il blog. Da vedere per le bellissime immagini.

venerdì 12 novembre 2010

Un mare di parole



Vorrei tuffarmi in un mare di parole.
Parole da leggere
scrivere
pesare
regalare
urlare
ricordare
sussurrare
condividere
rispettare
ascoltare

Ma che non siano parole vuote, vane, pronunciate solo per convenienza, per opportunismo.
Parole che vengono dal cuore e che al cuore arrivano.

Solo di queste ho bisogno.


Per questa e altre belle illustruzioni: qui

domenica 7 novembre 2010

Anelli

Ho già detto che vado matta per gli anelli? Almeno dieci volte?
Vabbè, mi ripeto, sarà l'età.
Ma la mia è una passione troppo forte, che coltivo con grande impegno ...
Fin da piccola.
Facevo anelli con la carta stagnola dei cioccolatini, con la lana, con le perline, con qualunque ferretto trovassi in giro ...
Ricordo ancora un trauma subito quando avrò avuto sette o otto anni. Sicuramente ne porto ancora i segni.
Nello svolgimento di un tema nel quale mi sarà stato chiesto di descrivere cosa avevo fatto durante le vacanze di Natale o durante quelle estive (niente!, diceva sempre mia figlia piccola, cercando di convincermi che non c'era possibilità di aggiungere altro e che si poteva anche consegnare così, perché la cosa importante era non dire bugie alla maestra!), scrissi "Ho fatto molti anelli". La maestra sottolineò con la penna blu il verbo fare e aggiunse che non si poteva usare, che avevo sbagliato, che gli anelli non si fanno, ma si .. indossano, si portano ...
E io, anche se avrei voluto urlarle che gli anelli li facevo proprio, che ero una artista del gioiello, una promessa dell'oreficeria, timida come sempre annuii con aria afflitta.
Nonostante il trauma infantile, o forse, proprio, grazie a quello, continua la mia passione per gli anelli.
Questi mi piacciono molto




qui

venerdì 5 novembre 2010

A contatto con la natura

Cosa c'è di meglio che sferruzzare sotto un albero?



Da "The One Hundred. Cento capi e accessori che una donna di classe deve possedere" di Nina Garcia e disegni Ruben Toledo (De Agostini)

mercoledì 3 novembre 2010

Less is more - parte seconda

"MENO è più. Sottrarre per aggiungere. Alleggerirsi per liberarsi. Sono gli slogan del nuovo minimalismo. Che non è un movimento artistico o letterario: è una filosofia di vita. I suoi seguaci si autodefiniscono "Generazione Zero": zero come il numero di cose, oggetti, bagagli, di cui aspirano a circondare la propria esistenza .... Alle condizioni giuste, tuttavia, "less is more" può diventare una attrazione irresistibile: una rinascita, una liberazione, una rivoluzione. "Vogliamo tutto", gridavano i loro padri nel 1968 e nel 1977. "Non vogliamo niente", rispondono quelli della "Generazione zero". Niente, perlomeno, di quello che si compra a dismisura, si accumula, si chiude in un armadio o si ripone su uno scaffale, spesso per dimenticarlo lì".

Questo articolo è apparso ieri su Repubblica. Proprio mentre io, nel mio piccolissimo, esaltavo analoghi principi, elogiavo e propugnavo il "Less is more". Che coincidenza.
Accidenti come sono moderna. Ora riesco a spiegarmi questa mia mania del buttare tutto, questa aspirazione a vivere con poco (a parte le eccezioni delle quali ho già parlato).
Appartengo anch'io alla "Generazione Zero".
Ora che mi sono "catalogata" mi sento molto meglio!
Mi stupisco di quanto sono avanti.
Per essere ancora più moderna, vado a buttare un altro mezzo chilo di ritagli inutilizzabili di stoffa e una ventina di buste di carta dei negozi...

martedì 2 novembre 2010

Less is more

Motto del famoso Ludwig Mies van der Rohe (*), architetto e designer tedesco
Meno è più, ovvero "eliminare, sfrondare, semplificare" ..
E' un concetto che ho sposato in pieno, ultimamente; ha preso persino il posto del precedente "tritare, mescolare, sbattere" tratto da "antidolorificomagnifico" (**) di Jovanotti (mio filosofo di riferimento... ma questa è tutta un'altra storia).
Comunque, se mio marito si lamenta per il frigo vuoto e ha il coraggio di ipotizzare che io non abbia avuto voglia di andare a fare la spesa, ora posso guardarlo con aria di sufficienza e scandire "less is more".
Il cassetto dei calzini è vuoto? "Less is more"!
Per il week end a Roma il bagaglio è tutto nel portatrucco? "Less is more"
Mia figlia si lamenta perchè le ho dato solo 5 euro di paghetta? "Less is more", tesorino mio.
Ma che famiglia antica, come siete poco all'avanguardia, che banali ...

Dimenticavo: come in tutte le filosofie di vita ci sono, naturalmente, le dovute eccezioni: il motto non vale per l'armadio delle mie scarpe, per le sciarpe, per le scatole di the, per la collezione di cuori che invade ormai due intere pareti, per..
Ma, insomma, persino Van der Rohe avrà sicuramente fatto qualche eccezione...
Non vorrei mai che si dicesse che sono un'integralista.


* Wikipedia
** qui