"MENO è più. Sottrarre per aggiungere. Alleggerirsi per liberarsi. Sono gli slogan del nuovo minimalismo. Che non è un movimento artistico o letterario: è una filosofia di vita. I suoi seguaci si autodefiniscono "Generazione Zero": zero come il numero di cose, oggetti, bagagli, di cui aspirano a circondare la propria esistenza .... Alle condizioni giuste, tuttavia, "less is more" può diventare una attrazione irresistibile: una rinascita, una liberazione, una rivoluzione. "Vogliamo tutto", gridavano i loro padri nel 1968 e nel 1977. "Non vogliamo niente", rispondono quelli della "Generazione zero". Niente, perlomeno, di quello che si compra a dismisura, si accumula, si chiude in un armadio o si ripone su uno scaffale, spesso per dimenticarlo lì".
Questo articolo è apparso ieri su Repubblica. Proprio mentre io, nel mio piccolissimo, esaltavo analoghi principi, elogiavo e propugnavo il "Less is more". Che coincidenza.
Accidenti come sono moderna. Ora riesco a spiegarmi questa mia mania del buttare tutto, questa aspirazione a vivere con poco (a parte le eccezioni delle quali ho già parlato).
Appartengo anch'io alla "Generazione Zero".
Ora che mi sono "catalogata" mi sento molto meglio!
Mi stupisco di quanto sono avanti.
Per essere ancora più moderna, vado a buttare un altro mezzo chilo di ritagli inutilizzabili di stoffa e una ventina di buste di carta dei negozi...
mercoledì 3 novembre 2010
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