domenica 26 settembre 2010

Ho fatto un sogno (ancora)


Stanotte ho sognato che la mia password (*) mi inseguiva minacciosa.
Lo ammetto, io ho grossi problemi con la mia password, con quella parola di solito innocua, che agli altri evoca nomi familiari, ricordi di una vita, pensieri positivi.
Io, invece, con questa parola coltivo un contenzioso che non si esaurirà mai ...
Andiamo con ordine. Sarò registrata a qualcosa come 300 siti. Sono una sostenitrice del commercio on-line della prima ora, da quando ancora non esisteva paypal (santo paypal!) e avventurarsi in rete con la carta di credito veniva descritto come un'esperienza peggiore dell'inoltrarsi da sole di notte, in minigonna e con brillante da 4 carati al dito, in una zona malfamata della peggiore periferia malfamata di New York.
Io, in rete, compero di tutto.
Dalla lavatrice ai detersivi; dai vestiti ai libri. I regali per gli amici, gli addobbi di Natale, qualunque cosa. Compero in America, in ogni paese europeo, in Svezia, in Turchia, persino in Giappone (una volta anche in un sito non tradotto in inglese, mi chiedo ancora come ho fatto! Potenza dello shopping).
Andare in giro per negozi veri, reali, mi stanca, mi annoia un po', per me è molto più divertente acquistare qualcosa davanti al computer, magari di notte, magari con una tazza di tè in mano (sarò sincera, molto più spesso, in mano, ho una fetta biscottata con mezzo chilo di Nutella, ma questa è un'altra storia e magari un altro post, dedicato a questo "cibo degli dei").
Comunque, detto questo, tutti sanno che prima dello shopping sfrenato, c'è da espletare quella piccola, fastidiosa, incombenza della registrazione al sito...
Nome, cognome e il resto sono facili, per l'indirizzo e-mail devo solo pensare quale utilizzare, dato che all'inizio della mia avventura in internet avevo fatto il proposito di creare delle caselle di posta monotematiche: quella libero dedicata all'e-commerce, quella hotmail all'handmade, quella dello studio ai siti di lavoro, e così via... Proposito che, naturalmente, è andato ben presto a farsi benedire, con il risultato che ricevo imbarazzanti newsletters di ciabattoni tedeschi in feltro in studio e la segnalazione di nuove pubblicazioni utili per il mio lavoro nel computer di casa, in mezzo a quelle di perle, ferri da stiro, vestiti, ecc.
Comunque, tornando alla registrazione, quello che mi mette regolarmente in crisi è la scelta della password. Sembra facile, forse per tutti gli altri lo è, ma per me no.
All'inizio, la adeguavo al tipo di sito.
Tipo, per intendersi: "primobinario" sul sito Trenitalia, "stiromeglio" sul sito Stirella e così via.
Poi, ho capito che era troppo complicato. Quindi ho deciso di usare numeri facili, tipo il telefono. Ma neppure questa si è rivelata una buona idea, dato che quando ritornavo sul sito, magari a distanza di tempo, non ricordavo mai se avevo inserito il numero di casa, quello dello studio, il cellulare, con prefisso, senza ... Sbagliavo regolarmente e i siti non mi riconoscevano mai: vi assicuro che non è per niente una bella sensazione ...
Chiuso con i numeri, ho deciso di affidarmi ad una unica parola, da usare sempre e ovunque, sempre la stessa ...
Sembra facile, no? Trovata la parola, memorizzata, il gioco è fatto.
Ma mi sbagliavo: quelli che fanno i siti sono dei grandi bastardi ...
Mi capita spesso, infatti, di inserire baldanzosa la mia parola e vedere il sito che me la rifiuta.
Dice che è troppo lunga, troppo corta, che deve compendere anche numeri, che appartiene ad un altro utente, che sono già registrata con una password diversa ...
Un disastro.
Non so che fare!
Perchè la rete è così ostile con me?
Io la amo tanto e lei mi tratta così?
Dove ho sbagliato?


(*) termine inglese per "parola chiave", "parola d'ordine", o anche "parola d'accesso" in italiano - è una sequenza di caratteri alfanumerici utilizzata per accedere in modo esclusivo ad una risorsa informatica.
Wikipedia insegna

2 commenti:

  1. Come ti capisco! Io anche mi perdo tra password ed email. Me la cavo con un libretto in cui scrivo tutte le pass anche perché le cambio sempre. Un lavoro nel lavoro! :-))
    Ciao Petunia!
    Antonietta.

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